Alle due Italie hanno corrisposto due sindacati che per scelta, o per le spinte corporative, hanno subìto un modello distorto, limitandosi a gestire le rispettive aree d'influenza

rassegna p1. Negli anni Settanta si è affermato tra gli economisti più attenti allo studio delle dinamiche dello sviluppo economico nazionale un modello di analisi che individuava tre aree geografiche omogenee, ognuna caratterizzata da un proprio modello di funzionamento interno: l’area del triangolo industriale dove il motore dello sviluppo era costituito prevalentemente dall’iniziativa del grande capitale privato; l’asse adriatico, caratterizzato da elevati tassi di sviluppo industriale imperniato sulla rete di piccole e medie aziende concentrate in settori considerati obsoleti dal grande capitale (tessile e abbigliamento); il Mezzogiorno, area dove il protagonista principale dell’iniziativa economica era lo Stato attraverso l’intervento delle partecipazioni statali, condizionato dagli interessi del sistema di potere democristiano che spesso ha influenzato le scelte sulla qualità e la quantità delle unità produttive nelle singole aree territoriali