Il libro di Esposito è un viaggio attraverso millenni di storia, alla scoperta dell’arte bianca, che per un numero cospicuo di decenni ha rappresentato nella nostra regione il punto più alto da cui incamminarsi verso il mondo.
Innumerevoli sono i dati, i dettagli, i nomi e le citazioni inserite dall’autore: eppure non è un libro di economia industriale.
Il viaggio accompagna il lettore lungo una rete di intrecci inaspettati caratterizzandosi per l’aiuto alla comprensione di quel sottile filo che lega famiglia, società alimentazione e cultura. Eppure non è un libro di storia.
L’autore ci porta per mano alla scoperta dei fatti che hanno offerto l’opportunità al comparto della pasta della nostra regione di assurgere ai massimi livelli per qualità ed originalità e di come scelte sedicenti di politica economica ed industriale dei governi liberali prima e del fascismo poi ne abbiano determinato il crollo. Eppure non è un libro di politica.
Il racconto che si dipana pagina dopo pagina è una intelligente narrazione, che purtroppo ha esempi simili nel nostro paese.
Quando gli imprenditori si sentono protetti dal proprio primato e sottovalutano la funzione primaria della ricerca e dell’innovazione sono rivolti a cadere rovinosamente.
Il libro che vi troverete dinnanzi, dunque, è tutte queste cose insieme, ed ancora altro.
L’autore è narratore comprensivo, mai stanco di includere; si concede di segnalare le mille altre storie che potrebbero essere narrate.
Nel corso della lettura troverete un cenno ad una delle opere più belle della letteratura napoletana: ‘lo cunto dè li cunti’ (il racconto dei racconti) che Gian Alessio Abbattutis, improbabile anagramma del suo autore Giambattista Basile, ci ha lasciato.
Esposito ne ripercorre la magia sovvertendo anche lui il rapporto tra tempo e azione. Se non fosse per l’esauriente quadro sinottico che aiuta moltissimo ad orientarsi nella complicata rete di dati e di fatti, si potrebbe parlare di storia raccontata. Così, immersi a fare conoscenza del grano arabo, vi troverete a scoprire la trafilatura e la macchina dell’ingegno dei maccaronari. Ed ancora: non ci troviamo solo dinnanzi ad un testo efficace; la geografia e le topìe si contendono un doppio binario: su uno corre il testo e sull’altro corrono le immagini raccolte in chiusura del volume e offrono all’orizzonte a volte limitato della parola uno strumento tanto inconsueto quanto mirabile.
Le pagine si offriranno alla vostra lettura accompagnate da dettagli ricercati con cura, precisione ed efficacia: un improbabile Enzo Esposito, studioso del Cinquecento sarebbe stato certamente un eccellente magister amanuense.
[Sintesi presentazione a Incontri “Letture di gusto”, Giovedì 26 gennaio 2017, Il Cortile, Caserta]