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Raniero Panzieri, con la fondazione dei Quaderni Rossi, e in piena continuità con la sua direzione di Mondo Operaio, opera un lavoro di profondo rinnovamento della cultura socialista a partire dalla rottura radicale con la concezione maggioritaria del marxismo – caratterizzato da una lettura di Marx storicistica, affermatasi in Italia attraverso l’interpretazione data dalla triade Gentile-Labriola-Croce, fatta propria dal Pci e da una parte consistente del Psi nenniano –, e teorizza un ritorno all’approccio sociologico del Marx delle origini: «il marxismo – quello della maturità di Marx – nasce come sociologia; il “Capitale”, in quanto critica dell’economia, che cosa è se non un abbozzo di sociologia? […] Io credo sia facile sostenere che una visione della sociologia come scienza politica è un aspetto fondamentale del marxismo; se si deve dare una definizione generale del marxismo direi che è proprio questa: una sociologia concepita come scienza politica, come scienza della rivoluzione»1 quindi contro la visione dogmatica prevalente del marxismo Panzieri riparte dal Marx del conflitto Capitale – Lavoro2 e dallo studio del rapporto tra lavoro vivo e lavoro morto e sull’uso non neutrale della scienza, della tecnica e, in particolare, delle macchine nel processo produttivo.
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Ai giovani direi: pensate alla politica che è un pezzo decisivo nella vita delle persone,
ma non è tutto.
Allora pensate anche ad altro, e soprattutto pensate agli altri.
Pensare agli altri è già una prospettiva di vita.
Vittorio Foa
La frase di Vittorio Foa, comune Maestro, rappresenta simbolicamente la vita di Giovanni. Giovanni ha sempre pensato alla politica come strumento di emancipazione delle persone; ha anche pensato ad altro, la famiglia e la sua grande passione, il calcio, quello giocato e quello insegnato; infine ha sempre pensato agli altri, in particolare alla crescita dei giovani.
Ho conosciuto Giovanni che ero un ragazzino, frequentavo la Parrocchia e muovevo i primi passi in politica, mi intrigava la fugace parabola del Movimento Politico dei Lavoratori e mi ritrovai a vivere l’esperienza dei Cristiani per il Socialismo. Mi sembrò naturale seguire quelli che, insieme alla sinistra del Psiup, diedero vita al Pdup. Ero affascinato dall’idea di proseguire l’impegno nel sociale e nel movimento degli studenti medi dandogli una dimensione politica e aderii entusiasta al nuovo partito.
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Questo libro nasce per non dimenticare la vicenda drammatica di Ciro Esposito, per continuare a riflettere e ad agire, per dare ai giovani il diritto di affermare la propria identità, tifare per la propria squadra del cuore e, dopo la partita, poter tornare a casa felici o tristi.
Per Ciro, purtroppo, non è stato così.
Intorno alla vicenda di Ciro vi è stata una partecipazione piena della città, sono stati scritti testi profondi e sinceri.
Attraverso Ciro e la sua agonia, la città intera ha ritrovato il senso profondo di essere una comunità, un senso di appartenenza che si è riflettuto negli articoli che qui riproponiamo per strapparli alla cronaca e consegnarli alla riflessione di tutti, per non dimenticare cosa è successo, perché è potuto succedere, affinché fatti del genere non si ripetano.
Ai funerali di Ciro il suo quartiere, Scampia, ha manifestato una dignità, una compostezza e una fierezza che hanno sbriciolato il muro omertoso della notizia preconfezionata mostrando la realtà composita di un quartiere che, affianco a Gomorra, ha mille esempi di impegno civico, culturale e politico, una realtà che aspetta solo che lo Stato faccia quanto gli compete per ristabilire standard di vita civili e opportunità di riscatto.
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L’excursus letterario dentro la parabola dell’industrialismo
Caratteri dell’industrialismo italiano
Com’è noto, l’Italia è un Paese la cui economia è caratterizzata dall’assenza strutturale di materie prime: di conseguenza, l’industria italiana è un’industria di trasformazione, importa materie prime e produce manufatti per il mercato interno e per l’esportazione.
Nel corso degli anni, usando la leva della svalutazione della lira e operando attraverso il sostegno pubblico al settore privato, promuovendo, attraverso le Partecipazioni Statali, una vera e propria industria di Stato, l’Italia è riuscita a dotarsi di un sistema produttivo competitivo, caratterizzato però da alcune distorsioni.