È davvero prezioso il lavoro che Vincenzo Esposito, colto e appassionato dirigente sindacale per lunghi anni, ha dedicato alla Pasta e alle sue relazioni con Napoli.
In un solo volume sono raccolti interventi, articoli, stralci di ricerche di storici, letterati, economisti, giornalisti, polemisti che si snodano lungo l’arco di tempo tra XIX e XXI secolo: un Secolo lungo, potremmo dire. E testi che aiutano a comporre una visione d'insieme di straordinario valore ed interesse. In questo senso il lavoro antologico curato dall'autore rappresenta davvero un unicum.
Il tutto, introdotto da un saggio dell’autore che ripercorre in modo unitario le vicende che hanno condotto, potremmo dire con Emilio Sereni, Napoli a diventare capitale della pasta e i Napoletani a passare da Mangiafoglie a Mangiamaccheroni, in una riflessione che è anche una ricostruzione della dimensione sociale, di lavoro, tecnologica e produttiva dell'epopea della pasta, che ha avuto i suoi epicentri, i suoi apici e le sue crisi.
Metafora di tutto questo Torre Annunziata. Non a caso Vincenzo Esposito dedica il suo lavoro alla memoria di Maria Natale Orsini e al suo “Francesca e Nunziata” che ha fatto rivivere in modo magistrale una vera storia sociale legata alla pasta.
Dai testi emerge infatti anche, al di fuori e al di sopra – potremmo dire – di ogni visione oleografica, tutto il portato di conflitto del lavoro, legato alle produzioni agroalimentari di fine XIX come del XX secolo: gli scioperi e le lotte per il salario, per migliori condizioni di lavoro, contro l’abuso del lavoro minorile.
La Pasta rappresenta così un mondo ed Esposito ce lo restituisce anche con il concorso di un apparato iconografico molto bello e ricco: luoghi di lavoro e lavoratori, etichette dalla pasta, formati... Una antologia nell'antologia che rende il volume ancor più prezioso.
Gianfranco Nappi
Infiniti mondi, anno II, n. 4, gennaio-febbraio 2018.