Caro Enzo, come promesso, lessi: la tua parte e poi la bellissima raccolta di immagini; gli altri testi, i pezzi di storia, li leggerò con calma. Il tuo pezzo è notevole, per documentazione e chiarezza. Mi hanno colpito, non sapevo nulla di nulla, la novità del processo di essicazione che ha portato all'avanguardia la nostra Pasta, e, quasi per contrappasso, la velocità della modernizzazione che ha messo in crisi le produzioni eccellenti (fenomeni che come vediamo si ripetono anche a mutate condizioni). Mentre mi chiedevo che fine avessero fatto le Sirene, o Partenope, ecco che ho trovato un'unica etichetta con la pasta Sirena. Conoscevo bene la pasta Vicidomini perché un mio amico salernitano, che vive da anni a Roma, faceva il pieno della macchina con i vari tipi di pasta quando veniva a Salerno, e qualche volta gliel'ho presa anche io.
Quanto a me, sono in linea perché dopo un periodo di De Cecco ormai da anni compro la pasta di Gragnano imbustata dalla Coop. Peccato non aver fatto il dibattito previsto, perché il tuo libro è stato abbastanza all'avanguardia, sia come messa a punto del problema sia come ricchezza di documentazione e inquadramento storico. Insomma, una bella impresa che ti fa onore.
Volevo anche dire che sono bellissime tutte le foto, una documentazione davvero fantastica, fra le quali spiccano quelle che spiegano perché gli spaghetti di Miseria e nobiltà mangiate con le mani sono assoluta tradizione.
Come promesso, lessi
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- Scritto da Gigi Spina