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Superfici, confini, standard preconfezionati per definire una “area metropolitana” sono sufficienti a rappresentarne la complessità e l’ambiguità? Perché non sforzarci a definire un “sistema” capace di rispondere nella maniera più sufficiente possibile ad una domanda di sviluppo più equilibrato e diffuso?
L’idea di area metropolitana non è cosa semplice. D’altra parte la stessa cultura urbanistica ne discute da decenni senza trovare una risposta adeguata o perlomeno sufficientemente "formata”.
Riteniamo sostanzialmente errato parlare di “area”, siamo convinti che ciò porta sistematicamente ad un’idea di “superficie”, di “confini”, di “standard preconfezionati e chiari”.
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La cultura urbanistica di questi ultimi anni ha prefigurato un' area metropolitana con precisi confini e sulla base di ciò si sono poi attuate alcune scelte politiche conseguenti.
Un esempio su tutti. Proprio rispetto alla configurazione territoriale, che gli urbanisti proponevano, fu deciso di arretrare i caselli autostradali di Napoli dell’autostrada A2 dalla zona di Capodichino a, rispettivamente, Caserta Sud e Pomigliano con la conseguente proposta di rinominarli Napoli Nord e Napoli Est, e di rendere gratuita la percorrenza fino ai vecchi caselli trasformando, di fatto, quei tratti in una ideale prosecuzione della “Tangenziale” di Napoli. In realtà poi si è giunti ad un compromesso, tipicamente politico, di arretrare sì i caselli, con la conseguente decongestione dei flussi di traffico a Capodichino, ma di conservare il pedaggio “escamotage” utile a non aprire complessi rapporti sul ruolo da affidare al territorio con le inevitabili ricadute anche di tipo politico. È pressocchè inevitabile che queste scelte si trasformino, infatti, in scontri di potere che certo non gio- verebbero ai delicati equilibri politici nella logica delle spartizioni e del governo clientelare del territorio.
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Il miglioramento dei trasporti, facilità delle comunicazioni e la riduzione delle distanze esercitano ugualmente un ruolo importante, sia come causa sia come conseguenza dell’urbanizzazione.
Le questioni dei “fenomeni urbani” devono ricondursi necessariamente in una dimensione “socio-economica-urbana”, ricondurre cioè l’analisi delle città all’interno del sistema d’organizzazione economica e sociale.
In un mondo nel quale l’urbanizzazione dello spazio si espande velocemente, il posto delle città all’interno del sistema economico è divenuto preponderante.
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L’elemento dominante del contesto metropolitano dell’area napoletana è una densità abitativa elevatissima in città e in numerosi comuni della provincia.
Possiamo considerare questo dato già un eccellente indicatore sintetico che riassume una serie di fattori ambientali e socio economici che interagiscono strettamente tra loro: caratteristiche fisico ambientali, risorse economiche e produttive, opportunità occupazionali, livello delle infrastrutture, ecc.